SE FOSSIMO CITTADINI E NON COGLIONI. COME CI CHIAMO’GIUSTAMENTE SILVIO BERLUSCONI NON PAGHREMMO PIù IL CANONE RAI,FINO A QUANDO LA POLITICA NON SI TOGLIE DAI COGLIONI

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MA CHI è,CHI LO PAGA,FERRARA CHI è CHI LO PAGA,MINZOLIN CHI è CHI LO PAGA,masi,INSIEME I TRE NON RENDONO QUANTO SANTORO CHE SI PAGA DA SE E MANTIENE PURE LORO, CHE VUOL DIRE DISPREZZO PER I NOSTRI SOLDI,IO SONO PENSIONATA,DARE 110 EURO PER STIPENDI DI MASI,MANZOTIN E MUTANDE CICCIAPAZZAberlusconi-el-pais-sardegna.jpg

NE FAREI A MENO,CHE NON SONO GRANDI GIORNALISTI,SONO AGLI ORDINI DI SILVIO BERLUSCONI E LI PAGO IO CHE HO LA MINIMA DI PENSIONE, SE C’è UNO CHE SEMINA ODIO è BERLUSCONI E TUTTO IL SUO STAF DI PREZZOLATI,Che PENSANO CHE IO E QUELLI COME ME , SIAMO MLIONI DI PERSONE LI POSSANO AMARE,CON LO SPERPERO DI DENARO,IL MIO ,DEL CITTADINO,DEL VOLERE COMANDARE LA MIA MENTE CON GLI SPOT PUBBLICITARI,POI LA DICO CHIARA, NON FATE PIù SPOT CON BERLUSCONI CHE FA PIETà,CON I DENTI STORTI PER LA VECCHIAIA, CON LA FACCIA PLASTIFICATA DI FINTO GIOVANE CHE  ALLA GENTE GLI VIENE VOGLIA DI VENIRE IN ITALIA? PER VEDERE UN NANEROTTOLO CON TACCHI,VECCHIO, CHE PAGA 7000 EURO A MIGNOTTA, CIOè CHE SONO DEFICIENTI,LO SPOT L’HA FATTO ABBASTANZA, CHE GLI ITALIANI ALL’ESTERo SI VERGOGNANO DI LUI,DI MASI DI MUTAndecicciapazza e di manzotin, basta , pare la corte di caliigola,basta che la rai può farcela senza canone,basterebbe togliere i politici e certe professionalità zecche disumane che vendono tutto anche l’anima, perchè mai l’hanno avuta

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asi furioso: il Cda lo lascia solo contro Santoro

Nervi tesi al Cda della televisione di Stato con il presidente Garimberti che ha dovuto sospendere la seduta per calmare il direttore generale che non ritirerà il ricorso che chiede la sospensione del reintegro del giornalista

“Difendo la libertà editoriale dell’azienda”, ha urlato Mauro Masi, fumante in viso e con la cravatta più stretta del solito. Il direttore generale della Rai, in un consiglio di amministrazione teso come sempre, ieri ha provato a scaricare le proprie responsabilità nell’ennesimo “scontro” conAnnozero e Michele Santoro.

E questa volta, lo scontro, è tutto giudiziario. Il motivo della tensione, infatti, è il ricorso che il direttore generale Rai – come anticipato dal Fatto Quotidiano – ha presentato in Corte di appello. Il ricorso mira a sospendere la sentenza che confermò, nel 2009, il reintegro di Michele Santoro. In attesa dell’ultimo e definitivo parere della Cassazione, se la Corte d’appello dovesse sospendere la sentenza, che consente a Santoro di dirigere Annozero, si creerebbero le condizioni per la sospensione del programma.

Di questo s’è discusso ieri nel consiglio d’amministrazione, e dopo l’urlo di Masi, mentre i consiglieri di maggioranza si guardavano disorientati, il presidente Paolo Garimberti ha deciso di sospendere la seduta per cinque minuti. Nel Cda Rai, nessuno sapeva che tra Masi e il presidente Garimberti, c’era stato un duro scambio di lettere. Garimberti contesta a Masi di aver tenuto all’oscuro il consiglio su quest’importante iniziativa legale contro Santoro.

In particolare, Garimberti contesta a Masi d’aver citato nel ricorso l’esposto firmato dal ministroPaolo Romani e indirizzato all’Agcom. Un esposto peraltro ignorato dalla stessa Autorità di garanzia che, infatti, ancora non ha aperto un’istruttoria. La tattica ricorda il “metodo Trani”, scoperto dall’inchiesta che svelò i rapporti stretti tra l’allora commissario Agcom, Giancarlo Innocenzi (poi dimessosi) e Silvio Berlusconi, con un ruolo attivo di Masi. I consiglieri d’opposizioneGiorgio Van StratenNino Rizzo Nervo hanno sollevato il problema in Cda ed è stato proprio questo a scatenare la reazione di Masi. Oltre lo scontro Garimberti-Masi, però, l’opposizione non ha armi per costringere il dg a ritirare il ricorso, anche se lo Statuto aziendale prevede che la collocazione dei dipendenti sia materia esclusiva del Cda. E quindi il prossimo 4 aprile la Corte di appello si riunisce per discutere la singolare richiesta di Masi: annullare la sentenza che permette a Santoro di lavorare e garantisce la messa in onda di Annozero. Qualora Masi dovesse vincere, per il programma di Rai2 la fine sarebbe vicina.

Ieri i consiglieri hanno toccato un altro argomento sensibile per Masi: l’inchiesta della Procura di Roma sulle spese con la carta di credito Rai di Augusto Minzolini (almeno 68 mila euro in 14 mesi non motivati). Per il momento il fascicolo aperto, secondo il cosiddetto “modello 45”, è contro ignoti e quindi Minzolini non è indagato. Ma la Procura – che aspetta l’informativa della Guardia di Finanza – nel caso venisse individuato un illecito, potrebbe ipotizzare i reati di truffa, peculato e una violazione delle norme tributarie. Masi ripete di aver fatto il possibile sul caso Minzolini e, per la prima volta, ammette che il direttore del Tg1 potrebbe restituire la somma. Non l’ha mollato, anzi l’ha protetto criticando la confusione che crea la “governance aziendale”.

di Antonio Massari e Carlo Tecce

Dal Fatto Quotidiano del 25 marzo 2011

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SE FOSSIMO CITTADINI E NON COGLIONI. COME CI CHIAMO’GIUSTAMENTE SILVIO BERLUSCONI NON PAGHREMMO PIù IL CANONE RAI,FINO A QUANDO LA POLITICA NON SI TOGLIE DAI COGLIONIultima modifica: 2011-03-25T10:31:00+01:00da annaquerciaa1
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